Questa mia riflessione è stata pubblicata anche sul blog di Nicola Porro:
Una campagna così blanda, poco partecipata, poco sentita, poco vissuta, non l’avevamo mai vista. A Milano senza dubbio la responsabilità maggiore è del centrodestra che ha perso l’occasione per riprendersi la città e svoltare in tutta Italia. Milano per il centrodestra è la città dalla quale era partita l’esperienza di Forza Italia e della Lega federalista, dalla quale poi si ricominciò a vincere in tutta Italia in diverse competizioni elettorali. Solo a Milano, Forza Italia aveva medie superiori al 30% e con la Lega aveva la maggioranza in Consiglio comunale. Come non capire che vi era la possibilità di battere un Sindaco non amato e che nell’ultimo anno aveva fatto degli errori? Si doveva partire vincendo Milano, Capitale produttiva ed economica del Paese.
Certo occorreva fare politica, andare sul territorio, avere una proposta alternativa, prepararsi economicamente e avere rapporti con le categorie di riferimento milanesi. So anche che non farà piacere a molti che leggono, ma non si sarebbe dovuto spostare l’asse completamente a destra. La storia di Milano è anche quella dei suoi sindaci, che fino a due decenni orsono hanno saputo rappresentare tutta la città e il suo spirito. Il centro laico, riformista, cattolico a Milano è parte importante di tutti gli aspetti della milanesità. Tutto troppo difficile? Bastava non tergiversare con Albertini e dargli degli strumenti e forse si sarebbe cambiata la storia. Ora tutti daranno consigli o diranno cose alla luce del risultato, la differenza è che queste cose che scrivo le ho dette prima in un piccolo articolo che avevo pubblicato sul mio sito.
Il tema principale è che la politica non può essere improvvisata e che non può essere fatta solo sotto il periodo elettorale. Lo sbaglio maggiore è stato quello di insistere a cercare un candidato civico come se si dovessero inseguire su questo tema i Cinque Stelle, che mi sembra evidente i danni che hanno provocato. Se poi il candidato non ha un’idea della campagna elettorale, non ha una visione e rappresenta Milano come malata, non ha un’idea delle zone di Milano in evoluzione, non ha indipendenza nei confronti dei partiti e viene portato in giro solo nelle riunioni organizzate dai candidati e non allarga il perimetro del voto civico… beh il risultato è sotto gli occhi di tutti.
Il più importante e incredibile errore è stato quello che la politica abbia avuto paura di se stessa. Come si poteva pensare che chiunque arrivi deve sempre iniziare da capo senza conoscere un atto amministrativo e i meccanismi del Comune? Che non ci potesse essere un politico a Milano del centrodestra in grado di fare una campagna elettorale intelligente e con una visione?
P.S. Ho cercato di stare vicino al candidato, ma evidentemente il garantismo vale solo in maniera inversamente proporzionale alla vicinanza al Re Sole… anche questo dà il peso della consistenza dei candidati civici.