C’è un dibattito che emerge, direi per fortuna, con tanti articoli ultimamente dal Foglio all’Inkiesta, dai tradizionali quotidiani e in tutti i media che riguarda il controllo delle nuove tecnologie.
Siamo di fronte ad un poliedro con diverse facce, in questo caso quasi infinite e da scoprire, ma è importante capire il meta-discorso che sovrasta tutti i vari lati, cioè indicare il focus della discussione Politica e culturale sulle nuove tecnologie e sul mondo digitale, che non è virtuale e che oramai ha inglobato tutti i nostri aspetti della vita comune.
Siamo passati dal mondo Gutemberghiano della carta stampata al mondo digitale in brevissimo tempo e stiamo vivendo una mutazione antropologica forse senza esserne pienamente consapevoli. in 30 anni siamo passati dagli Immigrati digitali alla generazione Z passando dai Millennials, i cambiamenti avvengono con una velocità esponenziale.
La discussione deve essere incentrata su come coniugare
1)il progresso tecnico-scientifico
2) il nuovo mondo digitale
3) i nuovi device
4) le nuove applicazioni
5) il bombardamento sempre più rapido delle notizie
6) la connessione tra tutti noi
7) le nuove frontiere dell’Intelligenza artificiale… con… la difesa dei diritti individuali, con la difesa della dignità umana, con i diritti umani.
La politica deve assolutissimamente riflettere su questo, per esempio su come garantire che l’intelligenza artificiale non sia “posseduta” da pochi, ma che sia trasparente e democratica nelle scelte e nel controllo.
Il Garante della Privacy delle volte argina o decide su nuove materie come il Diritto all’Oblio o la possibile non correttezza di alcune piattaforme politiche, ma questo non basta se tutto viene visto come un tecnicismo.
Si deve tornare all’Umanesimo e mettere l’uomo al centro.
Esulando dai giudizi positivi o negativi questa è la grande sfida e non si pensi che non sia scevra di tante conseguenze concrete!